Dog Runner Torino

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REGOLE CINOFILE

REGOLE da rispettare col proprio CANE

Per avere un cane equilibrato e a noi sempre fedele, è necessario seguire questa semplice scaletta:

ESERCIZIO

DISCIPLINA

AFFETTO

Il cane, come ogni altro animale, prima di potersi godere la giornata giocando con i suoi simili o con i suoi amici umani, o semplicemente standosene in panciolle, in natura deve andare in giro a cercare del cibo (esercizio).
Noi possiamo simulare questo spostamento, uscendo di prima mattina, ponendoci come scopo il raggiungimento di una meta, che può consistere nell'attraversare interamente un parco fino a lambire un fiume, senza mai fermarci se non in rare e ovvie occasioni per fargli espellere le feci e le urine.
Una camminata lunga (dai 3 ai 5km), da fare almeno 2 volte al giorno, senza troppi intoppi e interruzioni, ci aiuterà nel mostrarci ai suoi occhi come una guida, un punto di riferimento, oltre ad aiutare il cane stesso grazie a questo semplice ma sano esercizio fisico.
Perché senza interruzioni? Perché il branco quando si sposta lo fa in gruppo e non può permettersi che uno o più membri si facciano i fatti propri fermandosi ad annusare, o fare altro, ogni 10 metri.
Per simulare ancor meglio una "battuta di caccia", si possono creare dei giochi legati all'olfatto che possiamo sicuramente definire educativi, in quanto ci consentono di aumentare la sua autostima e anche di vedere quanto lui sia legato a noi e quanto lui rispetti le nostre disposizioni.

Terminata la camminata, il nostro amico cane dovrà sicuramente attendere pazientemente (disciplina) la preparazione del cibo, per cui, come comunque già avvenuto durante il giro, verrà messa alla prova la sua educazione, il suo rispetto verso di noi.
Capita spesso di vedere, o meglio di sentire, cani che protestano verso il padrone perché vogliono giocare ancora o perché vogliono subito il cibo, cosa che viene subito fornita loro da queste persone che pensano di essere nel giusto accontentandoli.
Niente di più sbagliato: se vogliamo che il cane si comporti bene, dobbiamo ringraziarlo, premiarlo, coccolarlo, soltanto quando è calmo, soltanto quando si nota il suo rispetto verso di noi, altrimenti non stupiamoci se un giorno o l'altro salterà sulla tavola prendendoci il cibo dal nostro piatto o, peggio, se ci morderà non appena ci avvicineremo alla sua ciotola.
La disciplina non consiste solo nell'educazione legata al cibo, ma a tutta la vita casalinga e familiare: infatti al nostro amico dobbiamo imporre dei limiti e delle regole, per fargli capire che la casa è nostra e che non sarà mai il capo. Purtroppo viziando il cane, cosa che avviene in buona fede, si rischia di dover poi convivere con un cane che vorrà comandare.
Le regole che voi creerete ("su quel divano non sali", "in quella stanza non entri", "se ti agiti e salti non mangi/non esci", ecc.), dovranno essere sempre valide ed essere sempre fatte rispettare, altrimenti il vostro cane, specialmente se con un carattere forte, potrebbe notare in voi delle debolezze, per poi non ritenervi più il suo capo.

Le coccole, le carezze, l'affetto quindi, sono testimonianze di un nobile sentimento che vanno fatte solo quando il cane è calmo, quando vi rispetta ed ha fatto tutto ciò che doveva fare.
Per avere un cane calmo sono necessarie tre semplici cose: fargli fare esercizio fisico, premiarlo quando è tranquillo, farlo mangiare. I momenti migliori per fargli le coccole sono proprio quelli successivi al pranzo e alla cena. In questa maniera assocerà lo stato di calma alle sue amate coccole.

REGOLE da rispettare con gli altri CANI:

NON GUARDARE

NON TOCCARE

NON PARLARE

Quando un ospite viene a casa tua, o anche semplicemente quando incontri qualcuno per strada che sia uno sconosciuto per il tuo cane, nel caso tu sappia che l'amico peloso sia diffidente e pauroso, dì alle altre persone di comportarsi seguendo questa regola delle tre indicazioni: NON guardare, NON toccare, NON parlare.
Purtroppo, spesso, accade completamente il contrario: appena un nostro conoscente vede il nostro cane per la prima volta, si abbassa, gli parla e vuole toccarlo. Niente di più sbagliato.
Io solitamente lo dico che sbagliano, ma se sono stanco o se l'ho già detto ad altre persone nell'arco della giornata, ad un certo punto mi stufo (sono anche io un umano!) e semplicemente dico che non è il caso.
Ci sono addirittura completi sconosciuti che vogliono accarezzare il primo cane che vedono per strada.. forse li scambiano per dei pelouches? Molti si stupiscono della reazione secondo loro esagerata del mio cane, ma non penso che esista anche solo un essere vivente che abbia piacere di essere toccato improvvisamente appena girato l'angolo, allora perché un cane lo dovrebbe accettare?

Allora come fare per far accettare i propri ospiti in casa al proprio cane, se questo è un cane da guardia o un cane diffidente?

Molto semplice:
prima del loro arrivo, fatelo sedere e ordinategli di stare fermo;
quando entrano
, se abbia, non urlategli di smetterla perché verrebbe incitato dalle vostre urla che scambierà per altri abbai (nel caso lo abbiate istruito con un comando, un vostro tono alto potrà funzionare, ma se è molto preso nell'azione del difendere, difficilmente vi starà ad ascoltare);
dite ai vostri amici di snobbarlo e di andare a parlare sorridendo (ma non urlando) con voi in un'altra stanza, questo perché il cane capisca che non spetta a lui decidere chi può o non può entrare, inoltre serve anche per fargli vedere che queste persone sono entrate con spirito di amicizia, non per fare del male;
nel caso il cane insista (che è un po' il caso mio!), dite agli ospiti di fermarsi completamente dandogli le spalle: in questo modo il cane potrà annusarli e, accertatosi della loro innocuità, smetterà. E' bene però ricordare a queste persone che per il cane (se da guardia o altro, dipende dalle sue caratteristiche genetiche e dal suo vissuto precedente) voi rimanete comunque degli intrusi a cui non ha ancora dato confidenza, quindi intimategli di non guardarlo troppo e di non allungare le mani per accarezzarlo, specialmente sopra la testa che viene visto come un atto di sottomissione.

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